PIANEZZE
Cenni storici Pianezze estende il suo territorio parte in collina e parte in piano. Il nome deriva dal latino Planitia o Planicies, ossia superficie piana, in riferimento ad un pianoro situato, secondo alcuni documenti del 1025 e del 1262, a Villa, presso il Doglione delle Signore e il ruscello Peòla. Abitata dagli Euganei e poi dai Veneti, Pianezze fu inquadrata dai Romani nella X Regio. Nel 1025 era nominata come appendice o terra da coltivare di Marostica e comprendeva l'attuale Pianezze, Villa di Molvena, la località Cumani e Roveredo Basso, a nord-ovest del Castello Superiore di Marostica. Per far fronte ai saccheggi degli Ungari, re Berengario autorizzò la costruzione di castelli a scopo difensivo e in breve tempo la zona si coprì di roccaforti, centri di esercizio del potere feudale locale, laico ed ecclesiastico. Nel secolo XI infatti Pianezze aveva un castello con possedimenti della famiglia Pedàula o Pedàola, detto poi il Doglione delle Signore, il Castelletto dei Cumani presso la chiesa di San Giacomo, la Torresella vicino alla chiesetta di San Nicolò e vi si affermarono nel 1200 i Da Romano, la più potente e ricca famiglia del territorio. Nel XII secolo, con l'età dei Comuni, Pianezze fu coinvolta negli scontri tra le città di Padova, Venezia, Vicenza e Verona, in lotta per il possesso delle vie terrestri e fluviali e per il dominio sulle città di Marostica e di Bassano. Nel 1404 passò sotto la dominazione veneziana e, inserito nella Podesteria di Marostica, il paese conobbe un periodo di pace militare e di ripresa economica. Nel 1556, grazie all'istituzione della “Magistratura delle Acque”, si crearono nel territorio rogge e fossi di scolo che migliorarono l'agricoltura e incentivarono l'artigianato con la creazione di magli battiferro e battirame, di fornaci e di mulini per la macina del frumento, dell'orzo e del grano; la pianura così si popolò. Pianezze raggiunse la sua autonomia amministrativa nel 1796. L'anno successivo, con la dominazione napoleonica, il paese fu assoggettato al Cantone di Marostica. Nel 1809 il malcontento sociale dovuto alle imposizioni fiscali, alla coscrizione militare e all'imposizione della tassa dazio-macina, provocò un'insurrezione popolare e Marostica e Molvena divennero i capisaldi della rivolta dei contadini. La rappresaglia francese coinvolse anche gli abitanti e le case di Pianezze. Nel 1813 cadde sotto il dominio austriaco per essere poi annessa all'Italia nel 1866. Il comune contribuì in modo concreto a fronteggiare le spese della Prima Guerra Mondiale con il “Prestito della vittoria”, ospitò i profughi dell'Altopiano e mise a disposizione le scuole per i soldati dopo la disfatta di Caporetto. Numerose furono le vittime anche del secondo conflitto mondiale. Dopo il flusso migratorio del dopoguerra, il paese conobbe un periodo di notevole espansione economica e di benessere sociale. Ville, chiese e oratori Il vasto territorio di Pianezze offre al visitatore panorami di eccezionale bellezza. Accanto alla natura rigogliosa, e ancora in parte incontaminata, dei sentieri e dei boschi, vanta la bella parrocchiale e interessanti testimonianze storico-artistiche di ville e oratori. Nel centro del paese, sulla sommità di un antico picco vulcanico, si erge, al termine della scenografica gradinata situata tra imponenti cipressi, la chiesa parrocchiale di San Lorenzo martire. La sua fondazione risale al periodo tra il XII e il XIII secolo quando sorse l'antichissimo villaggio che, a cavallo del 1000, era situato nella piana di Val Onari. Essa tuttavia fu al servizio delle contrade poste a est del colle su cui sorgeva e che costituirono la comunità di Pianezze San Lorenzo. La prima citazione risale al 1189 in un documento riguardante la famiglia Pedàola. L'edificio medioevale originario era modesto nelle dimensioni ed era orientato, come nella tradizione, secondo l'asse ovest-est con l'ingresso rivolto verso Molvena. La piccola cappella campestre dipendeva dalla chiesa di Santa Maria di Marostica e divenne chiesa autonoma sotto la dominazione veneziana. L'edificio attuale, di stile neoclassico, fu rinnovato nel coro e nella facciata nel 1753: in quell'occasione l'ingresso fu orientato verso Marostica e la navata fu munita del pulpito e dell'altare maggiore. Il campanile fu innalzato nel 1887 con l'aggiunta del tamburo e della vistosa guglia baroccheggiante. Fino al 1893 la chiesa si trovava all'interno della giurisdizione amministrativa del comune di Molvena. Successivamente fu stipulata una permuta con la quale Pianezze cedette una parte del proprio terreno in pianura in cambio del terreno della chiesa. L'oratorio dei Santi Filippo e Giacomo, di origine medioevale, sorge sull'altura di un colle digradante a est verso Marostica. Fondato probabilmente dai nobili Cumani del Castelletto, potente famiglia di vassalli del vescovo di Padova, militante a fianco degli Ezzelini, seguì le sorti del declino del casato. Nel 1262 viene citato nei documenti di riscossione delle decime. L'edificio attuale è il risultato di una prima fase di costruzione franco-longobarda, di un rinnovo del 1500 e di un riadattamento del sec. XVIII. La chiesa mostra un orientamento astronomico particolare con la parete ovest dell'ingresso che si allinea con il meridiano e la parete absidale a est che segna gli equinozi di primavera e di autunno. L'interno custodisce una tela d'altare del sec. XIX rappresentante i Santi Filippo e Giacomo e il martirio di San Pietro da Verona. L’ edificio è stato completamente restaurato dal Gruppo locale degli Alpini. La chiesa è sempre stata un riferimento religioso significativo per la comunità nelle Rogazioni del primo maggio, nella processione di San Pietro e nelle cerimonie nuziali. La cappella campestre di San Nicolò sorge su di un colmello prospiciente la pianura nei pressi della provinciale Gasparona. Dedicata a San Nicola vescovo di Mira, è di origine medioevale, epoca in cui era alle dipendenze della chiesa di San Lorenzo. Nacque insieme alla contrada omonima e viene citata nel Codice A della città di Vicenza nell'anno 1261. Fu ristrutturata alla fine del 1500 e rinnovata, secondo lo storico Giovanni Spagnolo, nel 1766. Nell'altare settecentesco compare l'immagine della Madonna con il bimbo Gesù tra San Nicolò, ritratto negli abiti pontificali in atto benedicente, e Sant'Osvaldo, in abiti militari. L'ultimo restauro, compiuto dal Gruppo Alpini di Pianezze nel 1982, l'ha riportata all'antico splendore. La chiesa di San Leonardo sorge nel piano in contrà Gazzo. Fu costruita poco prima del 1643 dal nobile vicentino Leonardo de Rossi che qui possedeva terreni, fattoria e casa, considerati come luogo di villeggiatura. Egli si fece raffigurare in posa equestre a sinistra dell'altare dedicato al santo, ma l'opera purtroppo ora non c'è più. San Leonardo, nella pala dell'altare, è ritratto con gli attributi iconici delle catene e delle chiavi dei prigionieri liberati e sullo sfondo compaiono San Francesco e San Domenico. La chiesa nacque come oratorio privato. In una nota curiosa del 1647 il vescovo di Padova, Giorgio Corner, si lamentava del nobile Francesco De Rossi che aveva aperto la chiesa al pubblico, chiamava i fedeli alla messa e intascava le elemosine delle messe. L'edificio fu ricostruito nel 1766 (secondo lo Spagnolo nel 1776), fu restaurato nel 1921, ristrutturato negli anni '80 ed è inserito nel complesso edilizio a corte di casa Carollo. L'aula è spaziosa ed è dotata di sacrestia, l'altare è barocco e il soffitto, con volta a botte e vele che inquadrano le finestre quadrilobate, è di gusto settecentesco. Tra le testimonianze di ville ricordiamo Casa Rigo, costruzione signorile assai interessante del 1500- 1600 situata sulla costa collinare a nord-est della chiesa dei Santi Filippo e Giacomo. Probabile torre di avvistamento militare, fu possesso dei nobili De Rossi e poi dei conti Grimani. Dopo il degrado e l'abbandono, verso il 1970, ha visto l'opera di un pregevole restauro da parte dei signori Rigo. Durante gli scavi sono emersi, nell'area del sito, artistici manufatti in maiolica. Nell'incrocio di via Roma con via 25 aprile, si trova casa Azzolin, ora Muttin, che riveste un interesse storico e artistico per le originali decorazioni dell'arredamento e dei soffitti, la monumentale scala in marmo e la fantasiosa ringhiera in ferro battuto di pregevole valore. Costruita nel 1761, fu successivamente ampliata e restaurata nel 1905. I fregi floreali di pareti e soffitti, di elegante e sofisticato intreccio liberty, sono del 1933. L'ingresso conserva stipiti e cornici in pietra della soldamara locale. Da segnalare la Colombara inserita nel bel contesto ambientale di Casa Pertile-Bressan-Lorenzon. Il sito è l’antico insediamento del Castelletto dei nobili Cumani e conserva resti di gallerie sotterrane e di collegamento, ora chiuse, dirette verso la strada dei Munari. La struttura è stata profondamente rimaneggiata, ma si trovano alcune tracce dell'antico passato nella forma classica dell'alto edifico della colombara, che mostra una cornice in cotto nel sottotetto e una scala in pietra. Anche la Canonica è una bella costruzione signorile, del XVII secolo, che presenta una posizione panoramica invidiabile, un salone centrale alla veneziana e l'arco dell'ingresso in pietra. In via Gazzo, ex località Zanettini, vi è Casa Cortese-Maroso, detta el Palasso. Non ci sono notizie certe sulla sua origine, ma le forme architettoniche indicano una struttura che potrebbe risalire al XVI-XVII secolo. Secondo la tradizione era di proprietà di ricchi conti, fu poi dei Chilesotti, dei Maroso ed ora è frazionata in varie abitazioni. La facciata mostra una loggia, purtroppo tamponata da muro, suddivisa da eleganti colonne tuscaniche in pietra locale e nella parete laterale sinistra compaiono finestre ovali di gusto seicentesco. Il cortile è munito di un bel pozzo con anello murario in cotto e meccanismi idraulico-meccanici ancora originali. Attività e manifestazioni Pianezze, trovandosi in una dorsale collinare medioalta, custodisce tratti paesaggistici incontaminati e assai suggestivi per i fenomeni carsici che, con l'erosione dell'acqua, nel tempo hanno creato doline, canaloni, conche e grotte. Meritano certamente una visita Val Grande e Val del Costo dove, tra blocchi, anche imponenti, di arenaria, si abbarbica lo spaccasassi, o bagolaro, dalle radici nodose e contorte. La vegetazione spontanea è ricca di carpini bianchi, carrubi, robinie, olmi, castagni e querce. L'acqua di rii e ruscelli, che si accumula nelle doline, dà vita a delle zone umide e a delle radure dove trovano spazio numerose erbe spontanee e medicinali come l'equiseto, la felce, la fragola, l'ortica e il tarassaco. Il Percorso Colceresa propone un itinerario che si snoda nel paese tra i siti storico-naturalistici più belli. La Comunità Montana “Dall'Astico al Brenta” propone il Sentiero dei ciliegi che unisce la parte bassa del comune con la parte alta. La segnaletica indica la partenza dalla chiesa di San Nicolò per risalire via professor Toaldo fino alla chiesa parrocchiale. Il tragitto attraversa poi un territorio dove domina la produzione della ciliegia, in via Sandri, mentre la parte alta, verso Cima d'Agù, è il regno della castagna. Tra le varie manifestazioni si ricorda la Festa della ciliegia Sandra, la terza domenica di maggio, nata nel 1971 per iniziativa dell'ACLI, del Gruppo 3P, del Gruppo Alpini e dell'Amministrazione Comunale con lo scopo di promuovere il prodotto locale, abbinata alla Mostra delle ciliegie, dell'Artigianato e delle Industrie del territorio. A giugno, corti e piazze ospitano le rappresentazioni teatrali della manifestazione Teatro in collina. A luglio si svolge la Festa dello Sport con le corse ciclistiche Pianezze Fontanelle ed il Trofeo città di Pianezze. La tradizione resta molto legata alla Sagra di San Lorenzo, il 10 agosto, che, nella ricorrenza del martirio, mescola i caratteri della festa paesana ai riti religiosi in onore del Santo. In tale occasione si organizzano la pesca di beneficenza, la cuccagna, dei concerti, lo spettacolo pirotecnico e si allestisce il chiosco gastronomico che, secondo la tradizione, propone il pollo alla griglia. Nel periodo invernale si svolge la Serata della Montagna in occasione della quale si presentano le imprese di alpinisti famosi. Il Premio Notte di Natale invece assegna un riconoscimento a chi si è distinto per le sue azioni in favore della Comunità. Da ricordare anche il Gemellaggio con i comuni di Farigliano di Cuneo e di Castel Castagna di Teramo, che è particolarmente significativo perché prevede un confronto fra differenti tradizioni e uno scambio di prodotti locali.


