LA CILIEGIA
Per molto tempo si è creduto che il ciliegio selvatico fosse originario di un territorio dell'Asia, compreso tra il Mar Nero e il Mar Caspio, ma secondo altre ricerche, più recenti, è indigeno dell'Europa; infatti recenti scavi hanno portato alla luce noccioli di ciliegia intatti, risalenti all'età neolitica. Fra gli antichi scrittori il primo che parla del ciliegio è il greco Teofrasto nel IV sec. A. C. e ne danno notizia anche due autori latini: Varrone (116-17 a.C.) e Plinio il Vecchio (23-79 d. C.). Numerose opere d'arte stanno a testimoniare come la ciliegia fosse tra i frutti più importanti del 1400, infatti è rappresentata sulla tavola dell'Ultima cena del Ghirlandaio, nella Madonna della Candeletta del Crivelli e nella Madonna del libro del Botticelli. Anche la tradizione popolare racconta una leggenda connessa alle ciliegie: essa riguarda San Gerardo da Monza che, per ottenere il permesso di passare una notte di preghiera in chiesa, durante l'inverno, portò delle ciliegie al sagrestano. Nel 1491 appare nell'Herbarius la prima distinzione fra ciliegie dolci e acide, che per anni convissero nel nostro territorio allietando le tavole dei nobili delle ville vicentine. Il XVI secolo segna lo sviluppo della cerasicoltura che agli inizi del 1700 è largamente praticata in quasi tutti i paesi europei. In Germania diventa comune piantare i ciliegi lungo le strade e intorno al 1790 vengono classificate 75 varietà da offrire all'Orto Botanico di Parigi, ma poco più tardi le varietà giungono a 149. Particolarmente reclamizzate nella decorazione dei piatti degli Antonibon e nelle stampe del Remondini, le ciliegie vengono più volte ricordate da poeti locali vicentini. Con le guerre napoleoniche il loro pregio venne meno e solo dopo la Prima Guerra Mondiale si cercò di rivalorizzarne la produzione grazie anche ai consorzi e alle sagre volute dal regime fascista per scoraggiare le importazioni straniere. Nel 1933 si ebbe a Marostica la prima sagra delle ciliegie, ma la più importante fu la quinta, indetta dal Dopolavoro Provinciale e organizzata dal Dopolavoro Comunale di Marostica, che abbinò la valorizzazione del prodotto al restauro del Castello Inferiore. Dopo la Seconda Guerra Mondiale l'organizzazione dell'iniziativa fu affidata alla Pro Marostica che si impegnò a lanciare l'immagine del paese attraverso i suoi prodotti tipici. Dalla ciliegia traevano beneficio anche le attività commerciali e, sull'entusiasmo dei buoni affari, a Mason nacque, nel 1957, la prima forma consortile per la raccolta e la vendita del prodotto locale. In seguito Mason continuò ad avere un ruolo preminente nel settore cerasicolo come sede del mercato, principale riferimento commerciale della zona. L'attività era coordinata dal Consorzio Cooperativo Ortofrutticolo che raggiunse, nel culmine della sua storia, il numero di circa 700 soci produttori. Il comprensorio cerasicolo attuale, che va dall'Astico al Brenta, include i territori di Marostica, Pianezze, Molvena, Mason, Salcedo, Breganze, Fara Vicentino e, in parte, di Bassano del Grappa e di Schiavon. In questi paesi esiste una vera vocazione per la coltivazione del ciliegio, ma anche dell'olivo e dell'asparago, tanto che gran parte delle colture è promiscua ed è difficile effettuare una stima della superficie adibita esclusivamente alla cerasicoltura. Il germoplasma di ciliegio dolce è ricchissimo di cultivar; nella zona pedemontana, tra Marostica e Breganze, ne erano originariamente presenti una trentina tra cui: la Sessaròla, la Bissòna, la Campanòna, la Roanea, il Durone di Ciapa, la Pissona, la Moretona, la Marasca, la Marinela, la Marascona, la Salbega, la San Giovanni, la Talente, la Marostegana, la Mora da la punta, la Romana, il Duron, la Sandra. Le varietà con frutti piccoli, polpa tenera e scarsa conservabilità sono state eliminate nel dopoguerra perché poco richieste dal mercato. Nel 2000 la produzione locale ebbe il riconoscimento IGP (Indicazione Geografica Protetta), il primo del settore in Italia, e nel 2006 è stato costituito il nuovo Consorzio di tutela della Ciliegia di Marostica IGP. Il mercato ora richiede ciliegie a drupa grossa con polpa dolce e soda e tra i nuovi cloni emergono varietà autofertili, precoci e tardive, che allungano il calendario dell'epoca di maturazione e di commercializzazione del prodotto. Nel tempo la superficie adibita alla cerasicoltura è diminuita per il progressivo frazionamento agrario e l'aumento di aree urbane conseguente allo sviluppo industriale. Nella zona Colceresa si coltivano le varietà Sandra, Roana, Romana, Ferrovia, Bigarreaux, Moreaux, Burlat, Bella di Pistoia, Bella Italia, Durone nero, Durone rosso, Durone milanese, Van, Ulster, Giorgia, Mora di Cazzano, Early Star, Celeste, Sweet Early, Grace Star, New Star, Samba, Lapins, Adriana, Cristallina, Isabella, Sunburst, Bella di Brabanti, Carnea, Napoleon, Stella, Vittoria ecc… Le ciliegie vengono conferite a Mason, presso il Consorzio Cooperativo Ortofrutticolo, e a Marostica, presso l'Organizzazione Produttori Ortofrutticoli Veneto. I due organismi si occupano della commercializzazione e della crescita professionale del settore, organizzando convegni e conferenze per approfondire la conoscenza delle tecniche di coltivazione, di difesa e di miglioramento della produzione e per valorizzare alcune varietà autoctone. Il sistema di conferimento richiede che il prodotto sia posto in contenitori da 5 Kg e 2 Kg, distinto per varietà, pezzatura, grado di maturazione e colore. Ogni anno i comuni di Marostica, Pianezze e Mason organizzano feste paesane in onore della ciliegia, tradizionali appuntamenti che iniziano la terza domenica di maggio a Pianezze, proseguono la domenica seguente a Marostica e la prima domenica di giugno a Mason, per concludersi verso metà giugno a Crosara di Marostica. Nell'ambito di queste manifestazioni viene allestita una mostra delle diverse varietà di ciliegie, motivo di richiamo e, a giusta ragione, di vanto per i produttori cerasicoli e per le Amministrazioni Comunali. La Ciliegia di Marostica I.G.P. e il Consorzio di Tutela L'area geografica di produzione della “Ciliegia di Marostica IGP”, tra l'Astico ed il Brenta, comprende terreni di origine vulcanica, ben dotati di sostanza organica e di macro e micro elementi. La zona collinare, caratterizzata da una buona esposizione solare e riparata dalle Prealpi vicentine, risulta in genere molto favorevole alla coltivazione del ciliegio, sia per l'assenza di gelate tardive, sia per la presenza di una migliore ventilazione nel periodo primaverile-estivo. La particolare velocità di crescita e maturazione riduce l'esposizione agli agenti ambientali e agli attacchi parassitari, soprattutto della mosca delle ciliegie, con conseguente limitazione degli interventi di difesa sanitaria e produzione di drupe qualitativamente migliori. Il ciliegio, parte integrante della cultura e della tradizione di queste zone nell'ultimo trentennio, a dimostrazione dell'importanza economica acquisita, si è affermato soprattutto come coltura in forma specializzata e, grazie all'evoluzione delle tecniche, sono state selezionate le cultivar di maggior pregio commerciale. Quasi tutte le varietà coltivate sono caratterizzate da un'elevata conservabilità e da una buona resistenza alle manipolazioni, producendo un frutto particolarmente adatto all'esportazione. Tali caratteristiche, particolarmente significative per un prodotto così delicato e altamente deperibile come la ciliegia, hanno indotto alcuni produttori ad attivarsi per l'ottenimento del marchio IGP, il riconoscimento europeo necessario per poter essere presenti nei mercati nazionali ed internazionali. I marchi IGP e DOP, infatti, sono stati istituiti allo scopo di tutelare e valorizzare, attraverso specifiche normative, quei prodotti locali che presentino particolari caratteristiche di qualità e tipicità. Tali normative garantiscono il rispetto delle procedure produttive previste a tutela, da un lato, dei produttori nei confronti della concorrenza sleale di chi propone prodotti similari e, dall'altro, dei consumatori sulla qualità delle ciliegie acquistate. Il Disciplinare di produzione della Ciliegia di Marostica IGP è stato approvato e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana, in data 8 Maggio 2000, e sulla Gazzetta Ufficiale delle Comunità Europee n. 113, il 19 Aprile 2001. La denominazione “Ciliegia di Marostica IGP” designa i frutti ottenuti dalla coltivazione delle seguenti varietà: Precocissime - Sandra e Francese, quest'ultima ascrivibile alle varietà Bigarreaux, Moreaux e Burlat; Medio precoce - Roana e il durone precoce Romana; Tardive duracine - Milanese, Durone Rosso e Bella Italia; ed inoltre - Sandra Tardiva, Van, Giorgia, Ferrovia, Durone Nero I, Durone Nero II, Mora di Cazzano, Ulster. Nel 2006 è stato istituito il Consorzio di Tutela della Ciliegia di Marostica IGP, con sede a Breganze presso la Comunità Montana dall'Astico al Brenta, che da sempre segue e sostiene con molta attenzione i cerasicoltori impegnati per l'ottenimento di un prodotto di qualità. Obiettivo fondamentale del Consorzio è sostenere e organizzare iniziative tese a valorizzare la Ciliegia di Marostica IGP e ad accrescerne la risonanza in Italia e all'estero. Esso intende promuovere e sviluppare la commercializzazione della Ciliegia IGP oltre i confini locali di produzione, presentando le caratteristiche organolettiche e qualitative del prodotto ed evidenziandone le peculiarità che derivano dalla tipicità dell'areale di coltivazione.


